Martina Campi

00 (19). Dire la verità





I difetti e le qualità.
Ombre incancellabili.
Non insegnano come si fa. Nessuno lo sa.
Ognuno trova il proprio volo per andarsene lontano. Il più lontano possibile.
Ogni mattina. E ogni sera. Ogni momento dell’esistenza lavoro per sopravvivere. Non sentire il dolore. Non soffocare di paura.
Ci vuole allenamento. Serve un esercizio fisico costante. Non si può non giocare.
Un passo alla volta.
Senza guardare la distanza.
Potrebbe uccidere, pensare alla distanza. A tutta la strada.
Un passetto alla volta. Un momento. Un altro momento. Un altro ancora. All’infinito.
No, non pensare all’infinito.
Io sono: qui e ora. In una stanza troppo calda e troppo piena di gente. Sulla sedia, in camera mia. Ovunque. Non ovunque. Hic et nunc, ricordi?
Non voltarsi mai quando si è fragili.
Niente ricordi.
Niente desideri. Niente emozioni. Niente più paura. Tutte le paure svaniscono.
Quella di sbagliare. Quella di fallire.
Quella dei troppi difetti. Delle mancate qualità.

La fretta di cambiare.

Protagonista assoluta del mio fumetto immaginario.
Il migliore mai scritto, perché sono il guardiano del faro.





Dire la verità.
Sono così naturalmente triste da fare paura.



L’estate è cominciata da troppo poco. Si resta chiusi in casa, o dovunque ci sia un po’ d’aria condizionata.
Ancora tre mesi così. Ancora tre mesi da sola.

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